COMANDO ALLA GUARIGIONE O LA CHIEDO… NEL NOME DI GESÙ?

 

Quando si prega per la guarigione, qual è il modo biblico affinché si verifichi?

COMANDARE nel nome di Gesù oppure CHIEDERE nel nome di Gesù?

A prima vista non c’è molta differenza tra:

1) Comandare la guarigione nel nome di Gesù

e

2) Chiedere a Dio, il Padre se guarirà la persona nel nome di Gesù

Tuttavia, anche se la differenza sembra sottile, c’è una grande differenza tra questi due atti di fede.

  • Il primo è una dichiarazione basata sulla mia autorità spirituale datami da Dio sul potere del nemico (in questo caso malattia e infermità).
  • La seconda affermazione si basa sull’insegnamento di Gesù che se chiediamo qualcosa al Padre, Dio “nel nome di Gesù“, Egli ce lo concederà. (Giovanni 14:13-14) – ma…  quando dovremmo comandare e quando dovremmo chiedere?

Comprendere l’autorità spirituale

Per sapere quando dobbiamo usare il COMANDO “nel nome di Gesù” e quando dobbiamo CHIEDERE al Padre “nel nome di Gesù” dobbiamo comprendere la nostra autorità spirituale.

Diamo un’occhiata a come i primi credenti usavano la loro autorità donatagli da Cristo:

Quando Pietro e Giovanni videro un uomo zoppo mendicare alla porta del tempio, l’uomo ottenne più di quanto si aspettasse:

“Poi Pietro disse: “L’argento o l’oro non ce l’ho, ma quello che ho te lo do”. Nel nome di Gesù Cristo di Nazareth, cammina”. Prendendolo per la mano destra, lo aiutò ad alzarsi, e all’istante i piedi e le caviglie dell’uomo divennero forti. Saltò in piedi e cominciò a camminare”. Atti 3:6-8

Pietro non ha chiesto a Dio di guarire l’uomo nel nome di Gesù, ma ha ordinato allo zoppo di camminare nel nome di Gesù.

Lo fece perché è proprio così che Gesù aveva insegnato ai suoi seguaci a guarire gli ammalati:

“Poi chiamò i suoi dodici discepoli e diede loro potere e autorità su tutti i diavoli e per curare le malattie. E li mandò a predicare il regno di Dio e a guarire i malati”. Luca 9:1-2 (Anche Matteo 10:1, Marco 6:7)

Notate che Gesù non li ha mandati a ‘pregare per i malati’, ma a ‘guarire i malati’, questo era il compito.

Come dovevano farlo?

Con il potere e l’autorità che Egli aveva dato loro.

Questa era una transazione che delegava autorità da colui che inviava a colui che era stato mandato.

Quando agiamo con autorità rispondendo a questo comando e ci assumiamo la responsabilità di fare in modo che il lavoro venga fatto per conto di chi ci manda.

Assumersi la propria responsabilità

Un uomo saggio una volta disse: “Non puoi dare a qualcuno la responsabilità, lui solo la può assumere”.

Gesù ha dato loro l’autorità, ma spettava loro usarla.

Allo stesso modo, sta a noi decidere se vogliamo o meno prendere il dono di questa autorità e usarla, Dio non ci costringerà mai ad usare la nostra autorità spirituale.

Una volta l’apostolo Paolo liberò una giovane ragazza da uno spirito divinatorio: “… si voltò e disse allo spirito: “Nel nome di Gesù Cristo ti ordino di uscire da lei! In quel momento lo spirito la lasciò”. Atti 16:18

Ancora una volta vediamo, non una richiesta a Dio, ma il comando diretto allo spirito maligno nel nome di Gesù.

In nessun punto del Nuovo Testamento troviamo un esempio riguardante un cristiano che chiede a Dio di effettuare la guarigione o la liberazione nel nome di Gesù.

Adorare e pregare Dio nel nome di Gesù è appropriato in molte circostanze (per esempio ci viene detto di rendere grazie in ogni cosa nel nome di Gesù – Efesini 5:20, Colossesi 3:17) ma non è un modello biblico per ministrare la guarigione e la liberazione di malati posseduti.

Perché questo?

Perché le Scritture circoscrivono in modo assai chiaro la malattia e gli spiriti tormentatori come opera del diavolo.

Ci viene detto che Gesù andava in giro a “guarire tutti coloro che erano sotto il potere del diavolo” Atti 10:38.

Non abbiamo bisogno di chiedere a Dio, possiamo distruggere l’opera del diavolo perché abbiamo già il suo permesso incondizionato – inoltre abbiamo il suo comando e la sua autorità per farlo. (Matteo 10:8)

Una metafora militare

Immaginate una recluta che ha ricevuto tutto l’addestramento e l’equipaggiamento necessario per svolgere l’incarico che gli è stato assegnato. Arriva in prima linea e si mette in posizione per l’azione. Avvista il nemico e si prepara ad affrontarlo, ma invece di farlo, chiama via radio l’ufficiale in comando del Quartier Generale: “Signore, ho il nemico nel mirino, so che lei è occupato, ma se non le dispiace venire qui ad occuparsi di questa faccenda le sarei molto grato… comunque capirei perfettamente se lei avesse altre cose più importanti da fare…”.

Quel militare otterrà una risposta piuttosto accesa che probabilmente implicherà un linguaggio ricco! Perché? Perché gli è stato dato il potere, le risorse e l’autorità per fare il lavoro da solo – è il suo compito e deve assumersene la piena responsabilità.

Obbedienza non orgoglio

Usare un comando di autorità nel nome di Gesù non è “un montarsi la testa” o un “rubare la gloria di Dio” perché, come ha sottolineato Pietro dopo aver guarito lo zoppo: “Quando Pietro vide questo, disse loro: “Compagni israeliti, perché questo vi sorprende? Perché ci guardate come se con la nostra potenza o con la nostra pietà avessimo fatto camminare quest’uomo?” Atti 3:12

È stata la potenza di Dio che ha guarito l’uomo, ma questa è stata rilasciata attraverso l’autorità che era stata data a Pietro.

E’ stato Pietro che ha esercitato fede e ha sollevato lo zoppo sui suoi piedi, ma è stata la potenza di Dio rilasciata mediante quell’atto di autorità che lo ha guarito.

Guardate questi altri casi di guarigione dal libro degli Atti:

  • “Pietro gli disse: «Enea, Gesù, il Cristo, ti guarisce; alzati e rifatti il letto». Ed egli subito si alzò.” Atti 9:34
  • “Costui udì parlare Paolo che, fissati gli occhi su di lui, e vedendo che egli aveva fede per essere guarito, 10 disse ad alta voce: «Alzati in piedi». Ed egli saltò su e si mise a camminare.” Atti 14:9-10

In questi esempi non si sente nemmeno parlare del “in nome di Gesù“, ma il comando di autorità è ancora presente.

Paolo e Pietro agiscono come ambasciatori di Gesù per guarire – le potenze spirituali sanno già chi essi sono e quale potere e autorità esercitano.

Paolo e Pietro devono semplicemente comandare alla guarigione di realizzarsi.

Gesù disse ai suoi discepoli che, “come il Padre aveva mandato Lui, anche Lui  mandava loro” (Giovanni 20:21).

Così come il Padre ha mandato Gesù con autorità (Giovanni 17:2), anche Gesù manda i suoi discepoli con autorità.

Tuttavia, proprio come l’autorità di Gesù si basava sull’obbedienza al Padre – noi ci muoviamo in autorità solo nella misura in cui anche noi ci sottomettiamo a Lui.

Non solo parole

Nel libro degli Atti, Luca il medico, ci racconta e ci viene in aiuto con alcuni uomini (i figli di Sceva) che hanno cercato di cacciare i demoni nel nome di Gesù senza avere lo Spirito Santo in loro.

Finì molto male per loro: furono picchiati e denudati dalla persona posseduta, indemoniata (Atti 19:11-20).

Quindi, come possiamo vedere, la nostra autorità non deriva semplicemente dall’avere fiducia in se stessi o dal dire le parole giuste.

Questa autorità deriva da un rapporto vivo con Dio attraverso la presenza costante dello Spirito Santo – scaturisce da uno stile di vita di adorazione.

Domanda:

Quindi, ogni credente può usare il nome di Gesù con autorità sulle malattie e i demoni o deve raggiungere un certo livello di maturità?

Beh, tutto quello che posso dire è che ho visto bambini piccoli comandare la guarigione e ho visto accadere i miracoli più incredibili.

Se sei un adoratore, un credente, un seguace di Gesù, la prossima volta che pregherai Dio per guarire qualcuno, perché non provi a parlare alla malattia con autorità?

Di ad alta voce: “Ordino a questa malattia di andarsene e a tutta la salute di venire nel nome di Gesù Cristo, colui che amo e servo”, vedrai cosa Dio farà attraverso la tua fede.

Ovviamente ci saranno delle volte che la tua autorità sembrerà non funzionare… non ti preoccupare anche all’apostolo Paolo è accaduto…

  • 1Tim. 5:23 a Timoteo è chiesto di “bere un poco di vino per il suo stomaco e per le sue soventi infermità”. Ciò significa l’autorità di Paolo sulle problematiche fisiche di Timoteo non ha avuto molto successo.
  • In 2Tim. 4:20 lo stesso apostolo dichiara di aver lasciato il suo discepolo “Trofimo infermo a Mileto.”

Come mai? Paolo aveva perso la sua autorità? Oppure la sua autorità funzionava ad intermittenza?

Assolutamente no, nessuna delle due ipotesi è da tenere in considerazione! Alcune volte abbiamo a che fare con la sovrana, buona, perfetta e accettevole volontà di Dio. Che essa sia per noi cosa positiva o negativa, non siamo chiamati a metterla in discussione o a giudicarla, ma a credere che qualunque cosa Egli faccia o permetta, è solo ed esclusivamente per il nostro bene. Egli ci ama sempre!

Pertanto continuiamo a camminare in accordo a ciò che la Sua Parola ci suggerisce di fare!

Ma… Prima di ogni altra cosa… qual è il tuo rapporto con Dio? 

Past. Dr Massimo A. Morandi

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